Miei carissimi parrocchiani e parrocchiane, è giunto il tanto atteso tempo di riposo e di svago. Quest’anno poi, dopo un tempo così pesante avvalorato dalla pandemia, una ‘scossa’ a ciel sereno, ci ha fatto recuperare le forze che ormai sembravano perse, la vittoria degli Azzurri. Ci voleva proprio, una ripresa così potente.
Ritorna l’estate. Ci avvolge con i suoi ritmi, i suoi riti, i suoi desideri e ci offre, per liberarci dalla fatica del lungo inverno, l’opportunità di un tempo che, chiamiamo “libero”, c’incatena ad un’infinità di abitudini e spesso ci svuota di senso, di scopo, di significato le diverse opportunità che invece questo tempo può offrirci.
L’estate e la vacanza non sono nemici della fede, sono tempi da cogliere, da vivere, da riempire.
Ora osserviamo attentamente intorno a noi: la tua città, la strada, il tuo quartiere, i monti e il mare, la campagna... le cose solite e quelle nuove, le persone solite e quelle nuove. Penso che tutto è da riscoprire.
C’è bisogno di testimoniare la gioia, di incontrare le persone e guardare le cose con un occhio ‘diverso’ con l’occhio e il cuore di chi sperimenta che Dio ci vuole bene, sempre. Miei carissimi impariamo a dire GRAZIE.
È bello sapere che chi può va in vacanza, ma ricordati che Dio non ci va. Mantieni il contatto con lui. Scopri la bellezza della preghiera quotidiana. Nei posti in cui vai in vacanza, cerca esperienze belle e incontra luoghi e comunità cristiane.
Non mettere nel cassetto la ‘carità’, che riprenderai al ritorno dalle vacanze. Allora in qualsiasi parte tu vada in vacanza la ‘carità non ci va’ e ti invita, ti stimola, ti sprona: un bambino, un anziano, uno straniero, un familiare; forse anche un servizio che tu non ti aspettavi ma che aspettava te. Fai sentire partecipi gli altri delle cose che fai, soprattutto i piccoli.
Sì miei carissimi/e, si rischia di dimenticare i volti meno appariscenti, quelli nascosti, quelli apparentemente invisibili: i malati, gli anziani, soli, i diversamente abili. Si rischia una visione ‘privatistica’ ed ‘egoista’ nel fare vacanza e di ‘rimuovere i problemi della quotidianità’.
La ‘carità vissuta’ è la ‘prima testimonianza’ che possiamo dare ai più piccoli, ancora prima della lezione di catechismo. Vivere la carità ti rende felice e fa vivere meglio anche te!
Riposare non vuol dire perdere tempo. Metti te stesso/a in quello che fai, anche nel divertimento, nel gioco, nel ballo, nello spettacolo, nello sport, nelle serate magiche che solo l’estate sa regalarci.
L’estate è anche il tempo per fermarsi, per sostare, per verificarsi, per riprendere in mano la propria vita. Tempo per sé, tempo per gli altri, tempo per le amicizie, tempo per l’essenziale, tempo per lo spirito, tempo per Dio.
Un’altra raccomandazione e vi lascio: scappate dai luoghi comuni, innamoratevi degli orizzonti.
Un’estate vissuta così è veramente un “tempo creativo” per sé, per gli altri e per il mondo, che ci darà la possibilità di tornare carichi alle consuete fatiche quotidiane davvero “ri-creati”, più contenti ma soprattutto con la voglia di ricominciare.
Buone vacanze a tutti/e!