Ci sono posti dove il tempo si ferma e si respira un’aria che ti prende il fiato e lo trasporta lontano. In autunno poi ci sono colori che neppure la nebbia più fitta e il cielo più grigio riesce ad offuscare. Castrovalva è uno di questi. Arrivarci è cosa da sperimentare, ad ogni curva butti giù un sospiro dicendoti che ti è andata bene, perché ci sono punti in cui a passarci due macchine insieme sembra proprio impossibile, però lo spettacolo che ti si para davanti vale anche 2 km a marcia indietro.
Castrovalva è un luogo magico, dove cammini e parli con il silenzio, con le porte chiuse e davanti le protezioni per la neve messe lì in un tempo in cui la neve è cosa lontana. Gli occhi si perdono fra le pietre che sorreggono i muri, fra le stradine pulite. Le chiavi di volta sulle porte raccontano di tempi lontani in cui i simboli parlavano e spesso incutevano timore. Sembra di vedere ancora le donne con i fazzoletti in testa che chiacchierano sedute fuori dalle porte di casa in estate, e gli uomini, con le camicie a scacchi e il cappello, poco lontano a parlare di cose “da uomini”. Ma l’unico chiacchiericcio che si sente è quello delle fontane con l’acqua che scorre cristallina sempre pronta a dissetare viandanti ma dove sono tutti, ad ogni passo ti verrebbe da chiedere: c’è nessuno? E nessuno sembra esserci, tutto sembra disabitato, poi all’improvviso, davanti ad una splendida casa avvolta di vite canadese che in questo periodo è rossa come il sangue, incontri delle persone e ti raccontano che vengono dalla città, ma da due anni hanno scelto di vivere lì, ti mostrano mele bellissime e altre primizie comprate in un paese vicino da un ragazzo che fa coltivazione biodinamica, e ti dicono che lì dove i gatti la fanno da padrone, dove la frenesia non esiste, non rimpiangono affatto la città e allora dopo una bella chiacchierata saluti e ti allontani con l’anima rinfrancata, non tutto è perduto, queste mura continueranno a proteggere a scaldare ad abbracciare e quasi quasi pensi… però forse la vita vera è fatta di nulla, di quel nulla che però riempie gli occhi e il cuore.