Ormai da mesi l'antica Teate non smette di sorprenderci con i numerosi ritrovamenti archeologici, riaffiorati nello spazio antistante la cattedrale di S. Giustino, a testimonianza della millenaria e ricca storia della città .
Infatti in meno di due anni di scavi, gli archeologici hanno riportato alla luce la testa di una statua in marmo raffigurante Venere, databile nel I sec. a.C., nel dicembre 2020, e l'anno seguente murature di epoca medievale, pilastri e colonne, cocci, i resti di una domus romana, comprendente pavimentazione a mosaico in parte distrutta e una granaia. Però la scoperta più sorprendente è avvenuta pochi mesi fa: la sepoltura del IV-III sec. a.C., di una donna benestante soprannominata Maruca, accompagnata da un ricco corredo funebre tra cui vasi in bronzo e ceramica, amuleti e oggetti in pasta vitrea. La tomba è di notevole importanza sia perché lo scheletro al suo interno risulta intatto sia per l'inusuale forma quadrangolare e l'ampiezza doppia rispetto alle consuete dimensioni. A questi ritrovamenti va aggiunto quello di una cisterna, costruita nella seconda metà di 1800 come riserva d'acqua, larga 13 m e profonda 9 m, rinvenuta a settembre 2018 nello stesso sito di interesse, che affiancava il deposito idrico della Civitella. Sull' antico Colle Gallo si concentra dunque una stratificazione di diverse culture ed epoche; ciò attesta l'importanza storica di Chieti e potrebbe riservarci altre sorprese.
Nonostante le polemiche dei cittadini, i quali si erano mobilitati anche con raccolte di fondi, la fortunata stagione archeologica inaugurata nell'autunno 2020 sta per terminare quindi alcuni reperti saranno rinterrati, altri esposti a Palazzo D'Achille, per restituire la piazza alla normale viabilità entro agosto 2022. C'è da evidenziare però che la presenza di quel mosaico era già nota nel 1880 ma si preferì ricoprirlo al tempo e nel 2016. E' stato inoltre rifiutato dalla Soprintendenza il progetto per realizzare un parco archeologico in loco.
Eppure resta la speranza di una prossima valorizzazione del sito: lo scorso febbraio è stata siglata la convenzione tra Soprintendenza Archeologica e Dipartimento di Medicina e Scienze dell'invecchiamento (DMSI) dell'università G. D'Annunzio, diretto dal prof. Luigi Capasso, per un progetto di studio sui resti antropologici grazie a un team di archeologici, ricercatori e restauratori. E la riscoperta di Chieti potrebbe coinvolgere anche le viscere della città : a febbraio Soprintendenza, GRAIM e SpeleoClub hanno stipulato un'accordo di ricerca e tutela di cisterne e vie romane sotterranee. In aggiunta, l'amministrazione comunale ha stanziato ulteriori 300000 euro con lo stesso obiettivo; l'assessore De Cesare prevede di creare un calendario regolari di visite guidate, di potenziare i musei cittadini, pubblicizzare in internet le ultime scoperte, riaprire gli storici palazzi teatini, rendere accessibili gli apogei di Porta Pescara e le strutture al di sotto di Piazza Valignani e Palazzo D'Achille, dopo milioni di investimenti. Inoltre si progetta di dedicare parte della sede del Comune a centro di documentazione archeologica.
Con tali programmi si può ipotizzare a buon ragione che presto Chieti brillerà di nuova luce, restituendole la meritata dignità , dopo anni di totale indifferenza e interesse esclusivamente economico. Come dimostrato dal grande successo delle ultime giornate FAI, i teatini si augurano che gli attuali e futuri amministratori della città più antica di Roma prendano coscienza dell'importanza storica e del conseguente turismo, linfa vitale per l'economia locale.